BYD apre due showroom in Spagna, "a breve" anche in altri paesi europei

Con un comunicato stampa, BYD ha annunciato l'inizio delle vendite in Spagna con due nuovi showroom previsti a Madrid e Barcellona. Ulteriori negozi saranno inaugurati nel paese nel corso dell'anno, mentre successivamente la casa estenderà il suo business anche in altri mercati europei.

BYD non specifica le date di apertura, ma nuovi store sono previsti nel corso del 2023 per Valencia, Siviglia, Malaga e Isole Canarie oltre a sedi aggiuntive per le già citate Madrid e Barcellona. La Spagna, quindi, si aggiunge agli altri otto paesi europei (Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Belgio, Francia, Regno Unito, Svezia e Germania) in cui BYD già offre i modelli Han, Tang e Atto 3.

Per la distribuzione e il servizio post-vendita, il produttore ha stretto accordi con Astara, Quadis e Caetano Retail. I prezzi partiranno dai 41.400 euro per il SUV compatto Atto 3 e 69.990 euro per le altre due proposte.

Nel documento BYD non specifica quali siano i prossimi mercati europei in cui introdurrà la propria gamma di veicoli elettrici, né quando questo avverrà, ma è facile supporre che si tratti di Finlandia e Islanda. La società, infatti, ha stretto nuovi accordi con RSA insieme alla quale gestisce già la vendita in Norvegia. Naturalmente, arriverà anche il turno dell'Italia che più volte BYD ha descritto come uno dei principali mercati per il settore dell'automotive.

Il piano della società prevede l'apertura di uno stabilimento europeo che semplificherà tanto la produzione quanto la distribuzione. Si tratterà, inoltre, di una fabbrica costruita da zero come sottolineato dal gruppo dopo che l'acquisizione dello stabilimento tedesco di Ford non è andata in porto.

In ogni caso, il sito rientra in un piano di espansione che prevede tre nuovi impianti per la costruzione di batterie in Cina. L'obiettivo per il 2023 è di vendere ben 3,6 milioni di veicoli, ovvero circa il doppio di quelli consegnati lo scorso anno. Al momento, rimane fuori dal mirino di BYD solo il mercato statunitense, più volte criticato a causa dell'IRA (Inflation Reduction Act) che secondo l'azienda limita eccessivamente la concorrenza.