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Hyundai, maxi richiamo delle Kona elettriche: potenziali rischi di incendio

di pubblicata il , alle 17:01 nel canale Auto Elettriche Hyundai, maxi richiamo delle Kona elettriche: potenziali rischi di incendio

Già segnalati quindici casi di Hyundai Kona incendiate. Il problema è sorto qualche settimana fa in Corea del Sud, ma può acquisire una portata internazionale

 

Un problema alle batterie delle Kona elettriche fornite da LG Chem causerebbe cortocircuiti che hanno già provocato l'incendio di quindici veicoli. Hyundai ha dovuto raggiungere un accordo con il Ministero dei Trasporti coreano per sostituire le batterie dei veicoli a rischio incendio e ha avviato una procedura di richiamo anche negli Stati Uniti.

Hyundai e LG sotto i riflettori per i casi di Kona elettriche incendiate

Si tratta di un maxi richiamo per una delle auto elettriche di maggior successo, dal costo superiore a 1,8 miliardi di dollari nella sola Corea. Il difetto riguarderebbe il separatore delle celle delle batterie agli ioni di litio, che sarebbe troppo sottile fino a provocare la crescita dei dendriti nell’elettrolita e causare il cortocircuito, che può portare alla combustione della batteria e, conseguentemente, del veicolo.

Hyundai Kona

"La nostra priorità sarà quella di contenere i potenziali rischi alla sicurezza dei clienti anche se le possibilità di incendio sono remote e il costo dell'operazione è sicuramente molto elevato", ha affermato Hyundai in una nota. Hyundai è consapevole del problema almeno dal 2017 e ha già avviato un primo richiamo in Corea del Sud, che ha portato alla modifica del sistema di gestione della batteria limitando la ricarica massima della batteria al 90%. Tuttavia, un veicolo che ha ricevuto l'aggiornamento ha preso fuoco in Corea del Sud il mese scorso, secondo quanto riferisce la Reuters.

Sulla base di questa notizia le istituzioni coreane hanno iniziato le loro indagini e chiesto a Hyundai di prendere ulteriori precauzioni. Secondo il nuovo accordo con il Ministero dei Trasporti coreano, Hyundai dovrà richiamare 82 mila veicoli elettrici e sostituire 75.680 batterie a rischio.

Il Ministero dei Trasporti ha rilevato che la modifica effettuata da Hyundai sulle batterie a rischio effettivamente risolve il problema dei cortocircuiti, ma non annulla completamente i rischi di incendio. All'interno della cella ci sarebbero ancora problemi non meglio individuati che hanno portato a un prolungamento delle indagini nell'ottica di scoprire quali sono le cause che provocano gli incendi. LG Chem respinge qualsiasi responsabilità, ma si dice disponibile a collaborare con il Ministero. Attualmente, non si conosce quanto il maxi richiamo inciderà sulle casse di LG.

Hyundai, che sicuramente avrà dei costi molto elevati, starebbe inoltre valutando la cessazione del contratto di fornitura con LG Chem, uno dei principali fornitori di batterie agli ioni di litio per l'industria automobilistica. Peraltro Hyundai deve gestire un'altra situazione delicata negli Stati Uniti, dopo che la International Trade Commission (ITC) ha dato ragione a LG in una disputa relativa alla violazione di segreti industriali, emettendo un ban di 10 anni per le batterie SK Innovation sul territorio statunitense. Per effetto di questa sentenza, Hyundai, come altri produttori automobilistici, non può fare affidamento a SK per le batterie delle auto elettriche vendute negli Usa, e deve ricorrere a LG.

Il richiamo potrebbe essere il più costoso in assoluto nell'ambito della mobilità elettrica e arriva in un brutto momento per Hyundai, che ha appena aumentato il suo impegno nei veicoli elettrici con il lancio del promettente Ioniq 5.

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