Anche LG Energy Solution produrrà batterie LFP. Ecco perché proprio adesso

Anche LG Energy Solution produrrà batterie LFP. Ecco perché proprio adesso

Anche la divisione che si occupa di batterie del produttore coreano si concentrerà sulle celle al litio con chimica LFP. Tesla ha cambiato i giochi ed ha fatto capire che possono essere molto utili, ma LG produrrà una versione diversa dalle altre

di pubblicata il , alle 10:11 nel canale Batterie
LG
 

Quando Tesla ha iniziato a produrre la Model 3 Standard Range Plus negli stabilimenti cinesi in una prima fase utilizzava una batteria molto simile a quella americana, dotata di celle al litio con chimica NCM. Le Nichel-Cobalto-Manganese sono sempre state le celle preferite nell'industria automotive, grazie al loro peso ridotto unito alla buona densità energetica. Tuttavia hanno sempre avuto anche delle controindicazioni, tra cui prezzo, pericolosità e materie prime i cui metodi di estrazione sono inquinanti.

Così si è fatta gradualmente strada l'idea di perfezionare e riutilizzare le "vecchie" celle con chimica LFP Litio-Ferro-Fosfato (LiFePO4), decisamente più economiche, robuste, anche se con densità inferiore e per questo più pesanti. Tuttavia perfette per una vettura con un pacco batteria non enorme, proprio come la Model 3 SR+. Da lì in poi sempre più produttori hanno annunciato l'utilizzo di questa chimica, anche con metodi innovativi come nel caso dei pacchi batteria cell-to-pack.

Oggi scopriamo che un altro dei maggiori produttori mondiali di batterie per il settore delle auto, LG Energy Solution, sta organizzando la produzione di celle LFP. Il produttore coreano, in tandem con l'altra divisione LG Chem, sta sviluppando il suo prodotto nei laboratori di Daejeon, per iniziare una produzione pilota nel 2022. Non una data a caso, in quanto in quel periodo inizieranno a scadere dei brevetti legati proprio alle celle LFP, il che permetterà di produrle anche al di fuori della Cina senza pagare licenze.

LG LFP

LG ha sempre realizzato batterie NCM o NCA, ma pare che vi siano state delle pressioni interne per puntare anche sulle LFP, anche in conseguenza dei problemi avuti con le batterie di Hyundai Kona e Chevy Bolt, ed i relativi incendi. LG Energy Solution vuole così assicurarsi un business aggiuntivo, e contemporaneamente spostare parte della sua produzione su celle meno pericolose, esattamente come le LFP, che difficilmente prendono fuoco, anche dopo forti stress meccanici.

Queste batterie sono poi fondamentali per la seconda fase di diffusione delle auto elettriche, grazie ai costi ridotti. Nell'ambiente si vocifera che la cinese BYD sia già riuscita ad ottenere un costo (a livello di pacco batteria) di soli 55 euro per kWh, un vero e proprio record reso possibile grazie all'approccio cell-to-pack (qui avevamo spiegato di cosa si tratta). In questi pacchi batteria le celle non sono organizzate in moduli, ma sono direttamente collegate tra loro, risparmiando quindi peso, spazio e costi. LG al momento non sembra però intenzionata ad utilizzare questa architettura, ma si concentrerà su una tipologia di cella nella quale storicamente è stata leader, quella pouch, a sacchetto. Per forza di cose questa tipologia di cella, morbida e senza struttura portante, deve essere utilizzata in moduli intermedi, che poi uniti tra loro vanno a formare la batteria.

Un ultimo fattore, non per ordine di importanza, che ha spinto verso la produzione delle LFP riguarda l'immagine aziendale. Un noto pregio delle Litio-Ferro-Fosfato è l'assenza di nichel e cobalto, di cui specialmente il secondo è noto per essere molto costoso e con procedimenti di estrazione dalle miniere particolarmente inquinanti, e con sfruttamento di manodopera a basso costo. LG Energy vuole in parte riguadagnare una reputazione positiva, dopo i problemi dei mesi scorsi.

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