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AraBat, l'eccellenza italiana per il riciclo delle batterie al litio grazie alle bucce d'arancia

di pubblicata il , alle 09:01 nel canale Batterie AraBat, l'eccellenza italiana per il riciclo delle batterie al litio grazie alle bucce d'arancia

Nata lo scorso anno in Puglia, la start-up ha come mission quella di riciclare le batterie esauste agli ioni di litio, recuperando i preziosi materiali ivi contenuti, con un processo idrometallurgico a zero impatto ambientale che sfrutta gli acidi della frutta

 

Cinque ragazzi, un progetto e una start-up: questi i punti di partenza di AraBat, azienda nata solo un anno fa, a Foggia, dalla volontà di Raffaele Nacchiero, Vincenzo Scarano, Giovanni Miccolis, Leonardo Renna e Leonardo Binetti con lo scopo di riciclare RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e le batterie agli ioni di litio esauste (LIB), recuperando i preziosi materiali ivi contenuti.

AraBat riciclo batterie

Fino a qui si potrebbe pensare che la start-up non offra nulla di diverso da altre aziende che perseguono il medesimo traguardo, ma non è così: a rendere questa piccola e agguerrita società estremamente interessante è il metodo utilizzo per recuperare i preziosi materiali contenuti nelle celle, ovvero le bucce delle arance.

La volontà di perfezionare un processo di riciclo a impatto ambientale zero è ciò che rende AraBat un'eccellenza industriale non solo in Italia, ma nell'intero panorama europeo. Nessun impianto di riciclo nel continente – infatti – ad oggi possiede un trattamento più sostenibile di quello implementato dalla start-up pugliese.

Attualmente l'estrazione dei metalli dai LIB può essere ottenuta attraverso un processo pirometallurgico (seguito dall'asportazione del ferro mediante mezzi magnetici e da un trattamento in forni ad una temperatura compresa tra 700 e 1200 °C) o, in alternativa, tramite l'idrometallurgia, che prevede che i minerali vengano fatti passare in corsi d'acqua, generalmente su lastre di rame amalgamate con mercurio.

Quest'ultima prevede anche l'utilizzo di reagenti chimici come l'acido nitrico o solforico e si sviluppa a temperature notevolmente inferiori rispetto alla pirometallurgia, rivelandosi più sostenibile a livello ambientale, meno costosa e più performante, dal momento che il processo separa i metalli fra loro in modo più efficiente.

Il sistema della start up si è sviluppato proprio attorno a un'innovazione rispetto al tradizionale processo idrometallurgico (con valori di efficienza di lisciviazione e di tasso di recupero e purezza molto elevati, ha reso noto l'azienda).

Oltre a tutti i vantaggi già noti legati all'idrometallurgia, AraMet (il sistema idrometallurgico verde brevettato da AraBat) prevede l'utilizzo di un diverso reagente chimico: l'acido citrico (un acido organico debole presente negli agrumi) che si è rivelato il perfetto sostituto dei comuni acidi inorganici forti, come i sopracitati nitrico o solforico.

La società ha scelto di inserirsi perfettamente nell'agricoltura tipica del meridione, andando ad impiegare la buccia d'arancia (derivante da pastazzo agrumario, sottoprodotto dell'industria di trasformazione), contenente flavonoidi, acidi fenolici e soprattutto cellulosa, da convertire in zuccheri a caldo per il processo di estrazione dei metalli.

"L'ultimo grande valore aggiunto" si legge in una nota della start-up "risiede nelle nuove risorse che intendiamo portare sul mercato: sacchi di carbonato di litio, idrossido di cobalto, idrossido di manganese e idrossido di nichel (e altri composti, in via di studio) a elevata purezza, metalli preziosi largamente utilizzati in numerosi settori produttivi e oggetto di business davvero interessante. Dunque: un processo inedito [ndr, il nostro], per sostenibilità e performance, nel riciclo di batterie al litio".

"AraBat non è solo batterie e arance, ma molto di più. È quasi poesia. Ci sono una vision, un sogno, una storia dietro, quella di cinque ragazzi "spiritati" che non si sono voluti arrendere all'appiattimento delle ambizioni e alla fuga dei cervelli", ha raccontato Raffale Nacchiero, CEO di AraBat.

"Riscatto, empatia, entusiasmo: è questa la nostra formula di successo. E sì, lasciateci essere megalomani: perché noi il mondo lo vogliamo cambiare davvero, in meglio, partendo dalle città e dalle campagne della Puglia, terra dei nostri nonni e dei nostri padri, che non è solo turismo o buona cucina, ma anche innovazione, tecnologia, rivoluzione" ha aggiunto Nacchero, con orgoglio.

Il progetto AraBat è inserito nel contesto scientifico del polo tecnologico STAR Facility Centre dell'Università di Foggia, grazie ai suoi studi riguardanti l'utilizzo delle biomasse e della loro valorizzazione in ambito industriale.

La start-up – conosciuta anche come "Il Miracolo Pugliese" ha già ricevuto numerosi riconoscimenti e vinto prestigiosi premi, fra cui: l'Apulian Sustainable Innovation Award 2022 (Premio Migliore Innovazione Ecosostenibile); Digithon 2022 (Premio Gino di Pace); Smart AgriFood Summit Malaga 2022 (Premio Startup più sostenibile); ENI Award 2022 (ENI Joule for Entrepreneurship); Premio Nazionale per l'Innovazione 2022 (Sez. Cleantech & Energy); Canada-Italia Innovation Award 2022; e Terre Rare Innovation Challenge.

AraBat riciclo batterie

La partnership tra AraBat e STAR Facility Centre, formalizzata attraverso contratti di ricerca commissionati, ha consentito la validazione tecnico-scientifica dell'intuizione tecnologica elaborata della start-up.

Il team dell'Università di Foggia che interagisce con AraBat è coordinato dal prof. Matteo Francavilla, referente scientifico esterno della società e professore associato presso il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione, Risorse Naturali e Ingegneria.

La start-up è attualmente in trattativa con numerosi partner strategici - italiani e stranieri -, come la società canadese EVSX, guidata da Enrico Di Cesare, che sta ospitando in Nord America un impianto pilota della startup foggiana, con cui testare AraMet.

Come abbiamo visto più volte, diversi analisti prevedono per i prossimi anni ingenti volumi di batterie esauste da riciclare: secondo gli ultimi dati, il mercato globale del riciclo delle batterie agli ioni di litio è stato di circa 93.800 tonnellate nel 2019.

AraBat riciclo batterie

Si stima che questo dato crescerà a 705.000 tonnellate entro il 2025, con un CAGR [Compounded Average Growth Rate, ovvero il tasso tasso annuo di crescita composto] tra il 2019 e il 2025 del 30%.

Il valore delle materie prime presenti nelle LIB è di circa $ 315 milioni; questo dato raggiungerà $ 1,137 miliardi entro il 2025 e $ 23,812 miliardi entro il 2040.

AraBat riciclo batterie

Il team punta a chiudere un importante round di investimento seed, da oltre un milione di euro, entro l'anno, portando la propria tecnologia su scala industriale.

2 Commenti
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sbaffo10 Luglio 2023, 10:07 #1
ottimo.
Al sud si mandano al macero le arance in eccesso perché non conviene economicamente venderle, così almeno avranno una utilità.

Peccato che così costeranno di più le buccette d'arancio caramellate e cioccolatate. Quanti ricordi, quando me le faceva la nonna.
supertigrotto10 Luglio 2023, 12:11 #2
Sono del nord est, però ho amici nel profondo sud e ho constatato,che giù, hanno testa,tanta testa,peccato che per avere una opportunità nel sud Italia bisogna fare i salti mortali.

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