Una startup italiana sta lavorando sulla prima batteria ad anidride carbonica

di pubblicata il , alle 13:31 nel canale Batterie Una startup italiana sta lavorando sulla prima batteria ad anidride carbonica

Energy Dome ha ricevuto il primo finanziamento negli Stati Uniti da Elemental Excelerator, con sede alle Hawaii e nella Bay Area, che investe nell'implementazione della tecnologia climatica. Questo le permetterà di inserirsi nel mercato americano con un progetto molto promettente

 

L'anidride carbonica, la tanto problematica CO2 considerata come il gas serra che tutti vorrebbero bandire dalle proprie vite, in accezione positiva. È questa l'innovativa, e promettente, prospettiva di Energy Dome, una startup italiana che sta sperimentando la prima batteria ad anidride carbonica. Dopo i primi finanziamenti in Europa, Energy Dome sta ottenendo supporto anche negli Stati Uniti.

Come funziona la tecnologia di Energy Dome? Come spiega anche il video che Energy Dome ha preparato, viene sfruttata l'energia in eccesso prodotta in pieno giorno per comprimere l'anidride carbonica che si trova in un contenitore a forma di Dome. Una volta liquefatta, l'anidride carbonica viene poi stoccata in più piccoli contenitori in acciaio al carbonio, mentre il calore generato dalla compressione rilascia un'interessante quantità di energia.

Energia che raddoppia se si considera anche il processo inverso. La CO2 compressa e riscaldata di notte torna in stato di gas e si espande alimentando delle turbine inserite in un circuito chiuso al fine di riportare l'anidride carbonica nel Dome.

Perché proprio l'anidride carbonica? Da molto tempo si studiano delle modalità per acquisire energia dall'aria compressa. Tuttavia, l'aria è molto meno indicata dell'anidride carbonica per un processo del genere perché necessita di una temperatura costante di meno 180 gradi centigradi per poter essere liquefatta, il che si traduce in consumi energetici molto alti. La CO2, invece, può essere liquefatta anche a temperatura ambiente e conservata in normali contenitori di acciaio al carbonio, con uno sforzo energetico alla base molto limitato.

Energy Dome

La tecnologia di Energy Dome è già in funzione nell'impianto di Ottana, in Sardegna. Il quale si trova in un'area industriale e ha una capacità di 2,5 MW (4MWh). Secondo Energy Dome, il costo di stoccaggio dell'impianto è di 50-60 dollari per MWh rispetto a 132-245 dollari necessari con le batterie al litio. La tecnologia, inoltre, utilizza solo acciaio, CO2 e acqua e non dipende in nessuna misura da terre rare come il cobalto o il litio, liberandosi da vincoli riconducibili a tensioni geopolitiche.

Energy Dome vuole anche risolvere il problema dell’intermittenza e della non programmabilità dei sistemi attualmente connessi al fotovoltaico e all'eolico, cosa che sarebbe possibile con la tecnologia ad anidride carbonica.

Energy Dome costruirà con A2A un impianto di accumulo da 20 MW/200 MWh, con ogni probabilità ancora in Sardegna. Ma altri progetti saranno avviati in Europa e negli Stati Uniti, dove si registra un grande interesse per la tecnologia di accumulo dell'anidride carbonica. Uno dei principali operatori elettrici della California, Elemental Excelerator, ora ha annunciato il suo investimento in Energy Dome, perché "la capacità di immagazzinare energia da fonti intermittenti come il solare e l'eolico su periodi prolungati non è compatibile con le esigenze di decarbonizzazione".

2 Commenti
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zappy15 Novembre 2022, 18:15 #1
interessante tecnologia di accumulo.
se poi sono già operativi dei prototipi in sardegna, ottimo.

alla faccia dei signori so-tutto-io che quando si parla di rinnovabili si lamentano sempre che eh ma non è 24/365, eh ma il litio è peggio del plutonio, eh ma i pannelli sono blu e non si intonano con le margherite e mille altre seghe mentali da ignoranti gretti retrogradi che in fondo vogliono solo farsi i loro porci comodi.
Takuya15 Novembre 2022, 19:35 #2
Come funziona la tecnologia di Energy Dome? Come spiega anche il video che Energy Dome ha preparato, viene sfruttata l'energia in eccesso prodotta in pieno giorno per comprimere l'anidride carbonica che si trova in un contenitore a forma di Dome. Una volta liquefatta, l'anidride carbonica viene poi stoccata in più piccoli contenitori in acciaio al carbonio, mentre il calore generato dalla compressione rilascia un'interessante quantità di energia.
Energia che raddoppia se si considera anche il processo inverso. La CO2 compressa e riscaldata di notte torna in stato di gas e si espande alimentando delle turbine inserite in un circuito chiuso al fine di riportare l'anidride carbonica nel Dome.


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