Tesla, un altro grande progetto Powerpack: sito da 50 MWh abbinato ad un campo fotovoltaico

Tesla, un altro grande progetto Powerpack: sito da 50 MWh abbinato ad un campo fotovoltaico

Ultimo sistema Powerpack connesso alla rete, parliamo di un sito dimensionato per gestire potenze fino 25 MW e "contenere" fino 50 MWh di energia elettrica, gestito da EnergyAustralia, è stato realizzato a servizio del campo fotovoltaico Gannawarra Solar Farm per ottimizzare la gestione del fabbisogno della città di Victoria, Australia

di pubblicata il , alle 17:21 nel canale Tecnologia
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Tesla, oltre a realizzare automobili elettriche, è concentrata anche a fornire servizi fondamentali per una diffusione capillare dei veicoli a trazione elettrica, oltre all'installazione di colonnine di ricarica si è fatta carico anche di intervenire a sostegno delle varie reti di distribuzione dell'energia elettrica dei vari stati, andando a fornire, con il proprio programma denominato Powerpack, siti di stoccaggio dell'energia elettrica pensati per aiutare ad ottimizzare la sempre maggiore richiesta di elettricità, mostrando le migliori performance soprattutto in abbinamento a siti di produzione da fonti rinnovabili, caratterizzati da condizioni di produttività poco prevedibili.

Vi avevamo già parlato di un progetto di stoccaggio in abbinamento alla tecnologia per trasformare l'energia delle maree in energia elettrica, ora invece vi proponiamo un curioso time lapse dell'ultimo sistema Powerpack connesso alla rete: parliamo di un sito dimensionato per gestire potenze fino 25 MW e "contenere" fino 50 MWh di energia elettrica, gestito da EnergyAustralia, è stato realizzato a servizio del campo fotovoltaico Gannawarra Solar Farm per ottimizzare la gestione del fabbisogno della città di Victoria, Australia.

La funzione di questo Powerpack? semplice, conservare l'energia in eccesso prodotta dall'impianto solare da ben 60 MW al quale è abbinato, e scaricarla in rete quando più necessaria "è molto più rapido, accurato e prezioso di una turbina a vapore convenzionale" ha precisato il gestore della rete EnergyAustralia in un recente comunicato, attribuendo a questa tecnologia, sulla base di un sito gemello in funzione dallo scorso dicembre, riduzioni dei costi legati ai servizi di gestione della rete elettrica del 90%, nonché evitando l'utilizzo di terze fonti di energie non rinnovabili.

Tale Powerpack da 25 MW / 50 MWh risulta già connesso alla rete ed affiancherà quello ultimato lo scorso dicembre da 100 MW / 129 MWh, installato nel Sud Australia ed abbinato ad un campo eolico, non solo nell'ottimizzazione del dispaccio dell'energia elettrica ma anche a sostegno della bontà di questo tipo di progetti, speriamo attirando sempre più investitori e contribuendo al graduale abbandono delle diffuse centrali elettriche a combustibile fossile.

5 Commenti
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le_mie_parole21 Novembre 2018, 01:47 #1
io non capisco per quale ragione non si produca idrogeno con l'energia in eccesso, per poi essere usato successivamente, lo si potrebbe produrre direttamente nelle centrali, un sistema a batteria ha una vita utile molto più limitata, e non è affatto green, anzi…
Thepallino21 Novembre 2018, 05:45 #2

immagazzinare idrogeno

sono daccordo con te, un'altro vantaggio di questo gas è che nel tempo non perde le sue caratteristiche cosa che accade alle batterie.
gianluca.f21 Novembre 2018, 08:32 #3
Presumo che tra costi di impianto e efficienza energetica convenga ancora accumulare con batterie, altrimenti non si spiegherebbe.
andbad21 Novembre 2018, 08:59 #4
Originariamente inviato da: Thepallino
sono daccordo con te, un'altro vantaggio di questo gas è che nel tempo non perde le sue caratteristiche cosa che accade alle batterie.


L'efficienza nella produzione di idrogeno per elettrolisi è molto bassa, sotto il 50%, mentre questi sistemi di accumulo dovrebbero superare il 90%. Usare l'idrogeno significherebbe sprecare la metà dell'energia ricavata dall'impianto (e non utilizzata direttamente, ovviamente).

Il degrado delle batterie è molto basso (rispetto, ad esempio, alle batterie degli smartphone [che in due anni sono da buttare] o delle auto [che arrivano ad una decina]) poiché svolgono in realtà un compito poco gravoso in termini di richiesta di picco e possono essere gestite con molta più oculatezza (in termini di DoD, temperatura, corrente di carica e scarica, ecc...).
Immagino un degrado delle celle non superiore all'1-2% annuo.

By(t)e
DevilsAdvocate21 Novembre 2018, 09:13 #5
Originariamente inviato da: le_mie_parole
io non capisco per quale ragione non si produca idrogeno con l'energia in eccesso, per poi essere usato successivamente, lo si potrebbe produrre direttamente nelle centrali, un sistema a batteria ha una vita utile molto più limitata, e non è affatto green, anzi…


Suppongo sia a causa della scarsa efficienza dell'elettrolisi dell'idrogeno.... temo che il ciclo completo porti a più che dimezzare l'energia che si fornisce da immagazzinare, che comprima un gas "pericoloso" da immagazzinare, etc.etc.

Una batteria che possa competere è allo studio da anni, ma ancora nulla:
https://www.dday.it/redazione/25913...te-ed-ecologica

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