Vertical farm: cosa sono e come sarà a regime una delle più grandi in Europa, la danese Nordic Harvest

Vertical farm: cosa sono e come sarà a regime una delle più grandi in Europa, la danese Nordic Harvest

Parlare di vertical farm vuol dire parlare di agricoltura, almeno per ora, con lo scopo di ridurre l'impatto ambientale sotto diversi aspetti. Ecco cosa sono e come funzionano questi nuovi approcci ad un'attività umana millenaria

di pubblicata il , alle 15:30 nel canale Scienza e tecnologia
 

Letteralmente "vertical farm" significa azienda agricola verticale, anche se può risultare fuorviante poiché farm è un termine anglosassone che indica anche la fattoria, dove ci sono anche animali. Ma facciamo un passo alla volta e restiamo nell'ambito dell'agricoltura. Da qualche tempo e già con diverse applicazioni concrete, le vertical farm sono speciali strutture che permettono di coltivare alcune specie vegetali su più livelli, con diversi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali. Chi ha avuto modo di fare un giro a EXPO 2105 a Milano avrà visto diversi esempi, come  quelli nel padiglione di Israele.

Se si pensa all'agricoltura la mente immagina campi sterminati o immense serre, solitamente in territori interamente dedicati a questa millenaria attività e sicuramente in campagna. Prima, grande differenza: la vertical farm è sempre un edificio, che per sua natura può essere ovunque, anche nel centro di una città. Le strutture adibite alla vertical farm possono essere grattacieli realizzati proprio per questo scopo (farmscrapers) ma anche edifici più piccoli e capannoni, riadattati o anche soluzioni ibride in cui una parte è destinata alla produzione, l'altra al normale utilizzo abitativo.

L'immagine spiega bene il concetto appena espresso. Molte vasche con terriccio sovrapposte costituiscono una struttura modulare, con ogni piano adeguatamente illuminato e irrigato, andando a minimizzare sia l'aspetto degli eventi atmosferici imprevisti e avversi, sia quello dei parassiti. Ma il più grosso vantaggio di tutti è un altro: potendo essere realizzate praticamente ovunque, è possibile ridurre ai minimi termini le spese di trasporto e il relativo impatto ambientale. Insomma, ci sono diversi motivi per cui una vertical farm ha ragione di esistere, specie nelle grandi città, ovviamente affiancata ai metodi di produzione tradizionale.

Da un nostro approfondimento, infatti, le vertical farm risultano decisamente efficienti con colture che restano basse in altezza, non certo per grano o granturco. Ma è sempre un contributo potenzialmente importante all'intero sistema, in un mondo sempre più affollato e con il legittimo tarlo dell'inquinare meno.

Electrek ci fornisce qualche dato su una realtà quasi ultimata, ovvero una delle più grandi vertical farm d'Europa, della danese Nordic Harvest. Si trova a Taastrup, nei sobborghi di Copenhagen, in un magazzino di 7000 metri quadrati. Al suo interno si trovano scaffalature da 14 piani, con robot programmati per recuperare le vasche di alluminio contenenti le specie vegetali pronte per la commercializzazione, rimpiazzandole con altre contenenti terriccio e semi. Come si può leggere sul sito ufficiale Nordic Harvest, vengono coltivate insalata, rucola, spinaci ed erbe aromatiche quali basilico, menta, prezzemolo, coriandolo.

Il consumo danese totale di queste specie vegetali è di circa 20.000 tonnellate all'anno, delle quali due terzi vengono importate. A regime, la sola vertical farm di Taastrup produrrà 1000 tonnellate di queste specie, quindi basterebbero solo 20 vertical farm a coprire l'intero fabbisogno nazionale. Ok, i danesi non sono poi tantissimi, meno di 6 milioni, ma è un dato decisamente importante e incoraggiante per un'agricoltura sicuramente più sostenibile. Arriviamo infatti anche all'aspetto più tecnologico e green, che è anche uno dei motivi per cui trovate un articolo di questo tipo sulle nostre pagine.

La vertical farm danese è interamente alimentata da energia eolica, quindi è al 100% sostenuta da fonti di energia rinnovabile. Anche qui si potrebbe discutere sulla facilità con cui piace vincere: la Danimarca è praticamente piatta (il "monte" più alto, Møllehøj, raggiunge la vertiginosa quota di 140m s.l.m.), circondata dal Mare del Nord: c'è sempre vento e non a caso questo Stato è quello con la percentuale più alta del mondo di energia eolica prodotta sull'intero fabbisogno.


Il cippo che indica la vetta della Danimarca, l'imponente Møllehøj...

Chiusa questa doverosa parentesi, nello specifico, vengono alimentati più di 20.000 LED, oltre ad un sistema di irrigazione per la maggior parte a gravità che ottimizza il consumo d'acqua. Una struttura di questo genere utilizza un litro d'acqua per chilogrammo di prodotto, circa 100 volte meno rispetto alle colture tradizionali. Il perché è presto detto: l'acqua di irrigazione "cola" fra i diversi scaffali e apposite tubature, sfruttando tra l'altro acqua piovana in grande percentuale. In una coltura tradizionale a terra la quasi totalità dell'acqua di irrigazione viene assorbita dal terreno sottostante e non recuperata.

Nel 2021 sono previsti ben 15 raccolti, con il target appunto di ben 1000 tonnellate di produzione, il tutto portando insalata e erbe freschissime anche nei centri abitati, riducendo drasticamente il trasporto su gomma. Una nota curiosa: si tratta di una delle produzioni più "bio" di sempre, ma non godrà dell'ambita certificazione. La legislazione UE, infatti, ritiene per ora che un prodotto "bio" debba essere sempre e comunque legato al concetto di "suolo", che tecnicamente è lo strato superficiale che ricopre la crosta terrestre. Niente "bio" quindi, almeno per ora.

40 Commenti
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Sputafuoco Bill12 Dicembre 2020, 16:30 #1
Non è bio anche perché i disciplinari dell'agricoltura biologica prevedono l'uso di fitofarmaci, sono registrati circa 90 principi attivi, mentre in queste sere non dovrebbero entrare parassiti dunque non ci dovrebbe essere bisogno di farmaci.

Bio è un termine che ormai viene usato in maniera fraudolenta per far credere al consumatore l'assenza di fitofarmaci ma in realtà se ne fa un uso massiccio, l'unica differenza con l'agricoltura integrata è che si usano principi attivi di origine naturale, anche se spesso tossici. L'agricoltura biologica è una filosofia di coltivazione che sta facendo troppi danni all'ambiente e all'umanità con le loro rese ridotte e prezzi alti.

Queste serre sono molto meglio del bio, sono senza trattamenti.
Potrebbe funzionare per le orticole, ovviamente non per frutta o cereali, ma tutto dipende dal prezzo finale e dal sapore.
Tasslehoff12 Dicembre 2020, 16:54 #2
E io che dal titolo pensavo a qualche server farm seria...

Sapete com'è, da un sito che parla di tecnologia informatica mi sarei aspettato tutto tranne che la coltivazione dell'insalatina...
Il prossimo step quale sarà? L'allevamento hi-tech delle cozze?
emanuele8312 Dicembre 2020, 17:04 #3
Originariamente inviato da: Sputafuoco Bill
Non è bio anche perché i disciplinari dell'agricoltura biologica prevedono l'uso di fitofarmaci, sono registrati circa 90 principi attivi, mentre in queste sere non dovrebbero entrare parassiti dunque non ci dovrebbe essere bisogno di farmaci.

Bio è un termine che ormai viene usato in maniera fraudolenta per far credere al consumatore l'assenza di fitofarmaci ma in realtà se ne fa un uso massiccio, l'unica differenza con l'agricoltura integrata è che si usano principi attivi di origine naturale, anche se spesso tossici. L'agricoltura biologica è una filosofia di coltivazione che sta facendo troppi danni all'ambiente e all'umanità con le loro rese ridotte e prezzi alti.

Queste serre sono molto meglio del bio, sono senza trattamenti.
Potrebbe funzionare per le orticole, ovviamente non per frutta o cereali, ma tutto dipende dal prezzo finale e dal sapore.


Credo che comunque ci siano fitofarmac, non puoi pensare che i parassiti non entrino solo perché sono sotto terra o in luoghi chiusi. Diciamo che rispetto alla agricoltura industriale queste sono probabilmente più efficienti. Rispetto alal agrixoltura tradizionale (senza pesticidi, senza fitofarmaci con solo concimi organici di origine vegetale o naimale) non sono paragonabili.

Mi interesserebbe sapere l§eefficienza di queste coltivazioni:
supponiamo prendano energia solo da celle solari che occupano la stessa superficie della superficie coltivata e illuminata dai led. esempio: coltiviamo 100M2 abbiamo 100m2 di pannelli la cui efficienza é forse del 20%. mi piacerebbe sapere se con quei pannelli (orientati perfettamente) sia possibile avere luce per coltivare i 100m2 e illuminarli 24/24 (comprese batterie e efficienza dei led che onestamente non ricordo). da tenere conto c?e che supponendo 1000W/m2 di luce incidente media anno la luce che colpisce il pannello é distribuita su tutto lo spettro (radiazione di corpo nero) ma le piante (alcune per lo meno) non usano tutto lo spettro ma solo luce rosse e blu. in questo modo si usa il sistema per aumentare l§efficienza della coltivazione spostando energia dalle lungheze d'onda inutili per le piante a quelle utili. Insomma energeticamente questa coltivazione sarebbe efficiente a sufficienza per essere carbon neutral (almeno durante l'utilizzo non durante la produzone del sistema elettronico)?
Ragerino12 Dicembre 2020, 17:05 #4
Sarei curioso di sapere quali sono i limiti di questa tecnologia. Sarebbe interessante riuscire a coltivare anche altro genere di piante più serie, non solo l'insalata.
Hiei360012 Dicembre 2020, 17:18 #5
Io non vedo l'ora che si decidano ad usare questa tecnologia su larga scala così magari la smettono di deforestare 1000 KM di terra per coltivare il cibo.
Opteranium12 Dicembre 2020, 17:46 #6
sulle prime ho pensato a una render farm, web farm, e cose simili
mmorselli12 Dicembre 2020, 17:49 #7
Originariamente inviato da: Hiei3600
Io non vedo l'ora che si decidano ad usare questa tecnologia su larga scala così magari la smettono di deforestare 1000 KM di terra per coltivare il cibo.


Lo farà quando sarà economicamente conveniente, non penso manchi tantissimo, in termini di decenni ovviamente. Pure io non vedo l'ora, il ruolo dell'uomo è rendere la natura più efficiente, non adagiarsi sui suoi meccanismi imperfetti selezionati dal caso in miliardi di anni.

Fusione nucleare e serre idroponiche di ortaggi geneticamente migliorati... Sarà un bel momento per essere vivi.
mmorselli12 Dicembre 2020, 17:50 #8
Originariamente inviato da: Ragerino
Sarei curioso di sapere quali sono i limiti di questa tecnologia. Sarebbe interessante riuscire a coltivare anche altro genere di piante più serie, non solo l'insalata.


La ganja è bella alta e cresce benissimo, non è vero che funziona solo con piante basse
raxas12 Dicembre 2020, 17:53 #9
ma...
riguardo alla luce per fare crescere le piante cosa useranno?
sostituirà la luce del sole o verranno fuori lattughine pallide sotto i neon?
mmorselli12 Dicembre 2020, 18:05 #10
Originariamente inviato da: raxas
sostituirà la luce del sole o verranno fuori lattughine pallide sotto i neon?


Lo dice l'articolo, LED, e le piante sotto i LED crescono meglio che sotto al sole, perché puoi selezionare le frequenze ottimali.

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