Tesla

Tesla: gli impiegati devono spingersi oltre i limiti per il bene dell'azienda

di pubblicata il , alle 12:41 nel canale Auto Elettriche Tesla: gli impiegati devono spingersi oltre i limiti per il bene dell'azienda

È trapelata una copia del manuale interno dei dipendenti di Tesla, secondo il quale l'azienda si aspetta che i suoi dipendenti vedano il loro lavoro come una "missione" e diano tutto per la causa. Non convenzionale, come molte cose nell'azienda di Musk, e come il suo stesso nome, l' "anti-manuale" del dipendente

 
72 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
orenom18 Febbraio 2020, 07:26 #21
"non avrai altro dio che l' azienda"
tallines18 Febbraio 2020, 08:16 #22
Tesla: gli impiegati devono spingersi oltre i limiti per il bene dell'azienda

Ovviamente gratis.......

E gli incentivi ?

Intercooler............

E poi i meriti li prende tutti il capo, ma va lààààà.......
Darkon18 Febbraio 2020, 08:45 #23
A leggere certi commenti emerge tutti i difetti dell'italiano medio.

1) Superare i limiti si ma solo per il contante... ma che amarezza è!? Io se decido di spingermi oltre lo faccio per me, per sapere che posso fare di più, per sentirmi realizzato. Non ci sono solo i soldi nella vita eh... a volte c'è anche qualcosa di meglio che monetizzare tutto. A volte mi sembra quasi di leggere commenti di mercenari, il che è tutto dire.

2) Basta con questa mentalità del capo cattivo, padrone cattivo ecc... ecc... io quando un'azienda non mi convinceva ho cambiato azienda. Ma che senso ha lavorare in un posto in cui non stimi i vertici, pensi che ti faranno le scarpe a prescindere ecc... ecc...!?

3) Se la risposta al punto 2 è "se me ne vado faccio il disoccupato/non ho alternative" e varianti simili allora vali poco punto. Se vali poco la colpa è tua... non è dell'imprenditore, non è dello stato e non è di altri vari ed eventuali. Se io a 40 anni, non esattamente un ragazzino, ricevo proposte da aziende per cambiare bandiera e non mi ritengo assolutamente un genio o chissà che significa che chi non viene considerato ha una appetibilità lavorativa infima.

4) Strategia sempre e comunque. Non c'è peggior cosa di gente che si lancia in campagne contro un superiore senza la benché minima preparazione. Se l'azienda ti piace ma il tuo diretto capo no, non va mai affrontato frontalmente se non hai la certezza di avere le risorse per tirarlo giù. Ti lavori chi sta sopra ancora, vai a pranzi, risolvi problemi che non ti competerebbero per metterla in termini semplici cerchi alleanze e solo quando sei veramente pronto affronti uno che a quel punto solo sulla carta è sopra di te. Se uno non ha chiaro questi concetti di base mi chiedo come fa a stare al mondo perché valgono a 360°.
futu|2e18 Febbraio 2020, 09:02 #24
Originariamente inviato da: Darkon
A leggere certi commenti emerge tutti i difetti dell'italiano medio..


E a leggerne altri si capisce come siamo finiti schiavi dei super manager in un paese di sottopagati
in cui non c'è lavoro.

Originariamente inviato da: Darkon
1) Superare i limiti si ma solo per il contante... ma che amarezza è!? Io se decido di spingermi oltre lo faccio per me, per sapere che posso fare di più, per sentirmi realizzato. Non ci sono solo i soldi nella vita eh... a volte c'è anche qualcosa di meglio che monetizzare tutto. A volte mi sembra quasi di leggere commenti di mercenari, il che è tutto dire.


Sicuramente, ma solo quando hai un lavoro che ti piace. Ed è una rarità oltre che una fortuna.

Originariamente inviato da: Darkon
2) Basta con questa mentalità del capo cattivo, padrone cattivo ecc... ecc... io quando un'azienda non mi convinceva ho cambiato azienda.


Non c'è mercato del lavoro in Italia, se non per una manciata di settori. Dove pensi che possano
andare i cittadini che hanno uno straccio di lavoro da 1200€ e sono oltre la 40ina d'età?

Originariamente inviato da: Darkon
Ma che senso ha lavorare in un posto in cui non stimi i vertici, pensi che ti faranno le scarpe a prescindere ecc... ecc...!?


Siamo tra gli ultimi come retribuzioni in europa e come disparità tra ricchi e poveri. Pensare che
i vertici pensano solo ai soldi e allo sfruttamento del dipendete è più che normale e un dovere.

Originariamente inviato da: Darkon
3) Se la risposta al punto 2 è "se me ne vado faccio il disoccupato/non ho alternative" e varianti simili allora vali poco punto. Se vali poco la colpa è tua... non è dell'imprenditore, non è dello stato e non è di altri vari ed eventuali.


Prova a dirlo a tutti i 50enni che hanno perso il lavoro dopo 25 anni di contributi che non valgono nulla.
La colpa è dello stato che non crea mercato del lavoro, e dell'imprenditore che non valorizza e forma
il dipendente.

Originariamente inviato da: Darkon
Se io a 40 anni, non esattamente un ragazzino, ricevo proposte da aziende per cambiare bandiera e non mi ritengo assolutamente un genio o chissà che significa che chi non viene considerato ha una appetibilità lavorativa infima.


Il tuo caso rappresenta la norma? Il settore in cui lavori è lo stesso per milioni di italiani?
Nel biellese hanno perso il lavoro decine di migliaia di cittadini perchè le aziende hanno
delocalizzato tutte o hanno fallito. Dove li allochiamo? Dove sono le aziende tessili in cui
possono rivendersi?

Originariamente inviato da: Darkon
4) Strategia sempre e comunque. Non c'è peggior cosa di gente che si lancia in campagne contro un superiore senza la benché minima preparazione. Se l'azienda ti piace ma il tuo diretto capo no, non va mai affrontato frontalmente se non hai la certezza di avere le risorse per tirarlo giù. Ti lavori chi sta sopra ancora, vai a pranzi, risolvi problemi che non ti competerebbero per metterla in termini semplici cerchi alleanze e solo quando sei veramente pronto affronti uno che a quel punto solo sulla carta è sopra di te. Se uno non ha chiaro questi concetti di base mi chiedo come fa a stare al mondo perché valgono a 360°.



Ma ti lavori cosa? Vai a pranzo con chi? Con gente che non vuole nemmeno vederti
se non per la pagellina annuale in cui ti dicono che puoi fare di più come scusa
per non darti un cazzo?
Darkon18 Febbraio 2020, 10:06 #25
E a leggerne altri si capisce come siamo finiti schiavi dei super manager in un paese di sottopagati
in cui non c'è lavoro.


Chissà perché alla fine dei giochi sono più che convinto che lavora di più e peggio chi si lamenta sempre di chi ha una mentalità diversa. Mi sbaglierò sicuramente eh... ma però....

Sicuramente, ma solo quando hai un lavoro che ti piace. Ed è una rarità oltre che una fortuna.


Eh no... la fortuna non c'entra niente. È capacità. Se sei capace fai il lavoro che ti pare. Io non sono nato figlio di qualcuno, non ho avuto a disposizione risorse o scuole particolari e come me tanti altri che hanno fatto carriera. Dipende tutto dalla testa che hai e non mi riferisco al titolo di studio eh... ma proprio al saper giocare al meglio le proprie carte perché puoi essere super titolato con 18 lauree ma se non sai usarle non servono a niente.

Non c'è mercato del lavoro in Italia, se non per una manciata di settori. Dove pensi che possano
andare i cittadini che hanno uno straccio di lavoro da 1200€ e sono oltre la 40ina d'età?


Ma il punto non è dove vai quando ti sei bruciato... il punto è non bruciarsi. Se arrivi a 40 anni con un lavoro che non ti piace, senza alcuna capacità appetibile ecc... ecc... ma di chi è la colpa se non tua?!

Il mercato in Italia esiste perché ripeto io non son figlio di nessuno e ho lavorato dove mi è parso. Poi ancora una volta e lo ripeterò fino alla nausea se non hai nessuna abilità, vuoi fare l'operaio come altri 9999 potrebbero fare è ovvio che sei solo un numero e che ti esponi a rimanere a piedi a 40 anni.

Siamo tra gli ultimi come retribuzioni in europa e come disparità tra ricchi e poveri. Pensare che
i vertici pensano solo ai soldi e allo sfruttamento del dipendete è più che normale e un dovere.


Ma non è funzionale... te non sei mica pagato per fare una crociata e tanto meno sarai retribuito se lotti per la giustizia. Poi oh... se ti vuoi immolare per me fai pure ma poi non venire a piangere che altri vanno avanti.

Prova a dirlo a tutti i 50enni che hanno perso il lavoro dopo 25 anni di contributi che non valgono nulla.
La colpa è dello stato che non crea mercato del lavoro, e dell'imprenditore che non valorizza e forma
il dipendente.


Assistenzialismo a go go. Ripeto è proprio sbagliato il concetto di partenza. Se tu ti aspetti che lo stato ti salvi a 50 anni hai già scelto di perdere. Io non mi aspetto alcun aiuto dallo stato e se poi lo ricevo tanto di guadagnato ma non puoi partire dal concetto che lo stato ti salverà.

Per darti un'idea io oggi lavoro pensando che lo stato non mi darà un cent di pensione. Se quando andrò in pensione invece qualcosa mi darà sarà tutto un di più ma io lavoro oggi in modo che possa sopravvivere anche a pensione zero.

Il tuo caso rappresenta la norma? Il settore in cui lavori è lo stesso per milioni di italiani?
Nel biellese hanno perso il lavoro decine di migliaia di cittadini perchè le aziende hanno
delocalizzato tutte o hanno fallito. Dove li allochiamo? Dove sono le aziende tessili in cui
possono rivendersi?


Non è il mio settore a essere la "norma" ma devi guardare al mio modo di pormi verso il lavoro che fa la differenza. Se io fossi entrato all'esselunga per dire un qualsiasi supermercato sarei arrivato comunque in una posizione di forza prima o poi e io di come funziona un supermercato non ne so niente. Quindi non è che ha importanza il settore, ha importanza la tua propensione a essere un key man nell'azienda. La tua capacità nell'apprendere abilità che facciano pensare all'azienda che TU gli servi.
Se le aziende delocalizzano e penso che l'azienda valga io avrei seguito l'azienda. Il primo giorno che mi hanno assunto io sono andato a lavorare a 600Km da casa ma fossero stati 6000 per me era uguale. Ripeto la differenza non è il settore mio, tuo o di altri ma quanto tu riesci a valere. Se sei solo un numero e domani puoi essere sostituito dal primo che passa il problema ripeto non è il datore di lavoro ma tu.

Ma ti lavori cosa? Vai a pranzo con chi? Con gente che non vuole nemmeno vederti
se non per la pagellina annuale in cui ti dicono che puoi fare di più come scusa
per non darti un cazzo?


Sta alle tue capacità... certo se pretendi un "colloquio" di lavoro chi ha voglia. La pagellina è un classico esempio di come puoi giocarla bene o male:

Io al momento della pagellina a prescindere dal voto ho sempre detto "Dottò lo sai te quanto valgo se nella pagellina ti fa comodo darmi un voto più o un voto meno a me non interessa perché so che te sai amministrare come si deve" altri colleghi han fatto polemica sul voto invece perché secondo loro hanno avuto voti bassi.

Come è andata a finire? Che io in 10 anni di lavoro sono diventato un quadro direttivo e loro sono rimasti al primo livello da impiegati dimenticati dall'azienda e ormai con speranze di carriera pari a zero.

Certamente non è stata solo la risposta al pagellino a fare la differenza ma a partire da lì dai un messaggio al tuo capo. E sono tante piccole cose che fanno la differenza.
Syk18 Febbraio 2020, 10:35 #26
hanno rimosso il file
polli07918 Febbraio 2020, 10:45 #27
Effettivamente a meno di non aver scelto indirizzi completamente fuori mercato il discorso di Darkon è abbastanza condivisibile, magari su alcuni aspetti è un pò triste che certe tutele stiano sparendo però effettivamente, la cosa più sicura è puntare su stessti.
Zappz18 Febbraio 2020, 11:12 #28
Originariamente inviato da: Notturnia
Leggo di gente che parla ancora di padrone e di schiavi.. capisco perché affoghiamo in un sistema politico simile.. poca gente ha capito che vuol dire lavorare e cosa vuol dire gestire da imprenditore una ditta di qualsiasi dimensione.. padroni e schiavi.. wow che cultura...



E' assurdo, ma e' proprio così, ormai tutti hanno questa mentalità da sindacalista che non porta a niente di utile.

Un lavoratore deve capire che a far girare bene la propria azienda e' un vantaggio per tutti. Io lo dico sempre ad i miei amici, quando dovete fare delle scelte, immaginatevi come se l'azienda fosse la vostra.

P.s. Aggiungo che condivido molto nel discorso di Darkon e se posso voglio dare un consiglio a chi e' ancora giovane.
Va bene trovare la propria strada, ma cercate di capire il prima possibile qual'e' il lavoro che vi piace o dove siete piu' portati e concentratevi il piu' possibile su quella strada. A 40 anni vedo chiaramente la differenza fra i coetanei che hanno fatto un esperienza costante in un settore e l'hanno trasformata in una carriera e quelli che hanno cambiato mille lavori e si ritrovano a 40 anni a dover competere con i 20enni perche' non hanno nessun tipo di carriera alle spalle e si ritrovano a dover accettare qualsiasi tipo di situazione pur di lavorare.
futu|2e18 Febbraio 2020, 11:18 #29
Originariamente inviato da: Darkon
Eh no... la fortuna non c'entra niente. È capacità. Se sei capace fai il lavoro che ti pare. Io non sono nato figlio di qualcuno, non ho avuto a disposizione risorse o scuole particolari e come me tanti altri che hanno fatto carriera. Dipende tutto dalla testa che hai e non mi riferisco al titolo di studio eh... ma proprio al saper giocare al meglio le proprie carte perché puoi essere super titolato con 18 lauree ma se non sai usarle non servono a niente.


La capacità ha la sua valenza ma senza il caso non avresti fatto nulla. Se non fossi
stato al posto giusto al momento giusto in determinate situazioni la tua carriera non
avrebbe avuto un seguito.

Originariamente inviato da: Darkon
Ma il punto non è dove vai quando ti sei bruciato... il punto è non bruciarsi. Se arrivi a 40 anni con un lavoro che non ti piace, senza alcuna capacità appetibile ecc... ecc... ma di chi è la colpa se non tua?!


Si parte dal fatto che in Italia non c'è mercato del lavoro, ci sono pochi lavori e non
c'è scelta. Chi resta qua, sa che ha le gambe azzoppate in partenza. La possibilità ce
l'hanno chi ha i soldi alla base e una famiglia che gli possa pagare l'università e un
eventuale trasferimento all'estero. Fare quello che piace in Italia è un lusso che
pochissimi possono permettersi.

La responsabilità non è del singolo, che non può fare altro che adattarsi o andarsene.
Vedi i laureati in filosofia.

Originariamente inviato da: Darkon
Il mercato in Italia esiste perché ripeto io non son figlio di nessuno e ho lavorato dove mi è parso. Poi ancora una volta e lo ripeterò fino alla nausea se non hai nessuna abilità, vuoi fare l'operaio come altri 9999 potrebbero fare è ovvio che sei solo un numero e che ti esponi a rimanere a piedi a 40 anni.


Chi fa l'operaio lo fa perchè non c'è scelta e non vuole andarsene. In italia lavorano
meno della metà degli abitanti, quale mercato esattamente?

Originariamente inviato da: Darkon
Ma non è funzionale... te non sei mica pagato per fare una crociata e tanto meno sarai retribuito se lotti per la giustizia. Poi oh... se ti vuoi immolare per me fai pure ma poi non venire a piangere che altri vanno avanti.


Lottare per la giustizia mi sembra il minimo visto come vanno le cose.

Ne vedo pochi che vanno avanti: Vedo una massa enorme di lavoratori sfiduciati che sanno
che anche se si impegnano dando il 150%, otterrebbero un contentino ridicolo in confronto
alla fatica spesa. Gli altri "che vanno avanti" sono i paraculati di 24 anni che oggi le aziende
assumono con un ruolo altissimo senza alcuna crescita ne gavetta.

Originariamente inviato da: Darkon
Assistenzialismo a go go. Ripeto è proprio sbagliato il concetto di partenza. Se tu ti aspetti che lo stato ti salvi a 50 anni hai già scelto di perdere. Io non mi aspetto alcun aiuto dallo stato e se poi lo ricevo tanto di guadagnato ma non puoi partire dal concetto che lo stato ti salverà.


Ma è lo stato che mi ha messo in questa situazione, ed è lui che se ne deve occupare.
Abbiamo il tasso di disoccupazione più alto mai visto, le aziende delocalizzano e quando
restano sfruttano lo sfruttabile dando il minimo salariale e cercando tutti gli escamotage
possibili per non pagare le tasse e sfruttare i lavoratori. Il 50enne che perde il lavoro
causa delocalizzazione non ha nessuna colpa di non essere stato formato a dovere, ed è
suo diritto che intervenga lo stato in suo aiuto, i contributi li ha versati.

Originariamente inviato da: Darkon
Per darti un'idea io oggi lavoro pensando che lo stato non mi darà un cent di pensione. Se quando andrò in pensione invece qualcosa mi darà sarà tutto un di più ma io lavoro oggi in modo che possa sopravvivere anche a pensione zero.


Evidentemente hai la fortuna di guadagnare talmente tanto da poterti permettere una
pensione privata. Chi guadagna 1200€ al mese, riesce a mantenere a malapena se
stesso ma paga le tasse all'inps e ha diritto ad una pensione adeguata. Se tu guadagni
cifre astronomiche non significa che gli altri debbano fare la fame in periodo di vecchiaia.

Originariamente inviato da: Darkon
Non è il mio settore a essere la "norma" ma devi guardare al mio modo di pormi verso il lavoro che fa la differenza. Se io fossi entrato all'esselunga per dire un qualsiasi supermercato sarei arrivato comunque in una posizione di forza prima o poi e io di come funziona un supermercato non ne so niente. Quindi non è che ha importanza il settore, ha importanza la tua propensione a essere un key man nell'azienda. La tua capacità nell'apprendere abilità che facciano pensare all'azienda che TU gli servi.


Sai cosa, penso che stai rapportando il tuo esempio alla normalità. Non funzionano così
le cose in Italia. Forse nelle start-up si ha qualche chance. Le multinazionali non hanno
nessun interesse nel farti crescere, hanno interesse nello sfruttarti il più possibile al minor
costo e ci stanno riuscendo. C'è gente che fa straordinari e si fa il culo a quattro per
avere il 25% di paga oraria in più. La scala gercarchica oggi, fino ad un certo livello, si basa
sull'elemosina: promozioni senza aumenti o quasi ma con un grado di responsabilità
elevato. L'azienda precedente in cui ho lavorato ha basato la sua economia su questo
principio: Assumere decine di apprendisti in una zona economicamente depressa, farli
sentire importanti e cambiargli ad un certo punti la sedia sotto il culo con scritto
"responsabile" a quelli bravi, in cambio di una pacca sulle spalle e di una promessa di
aumento che non avveniva mai.

Originariamente inviato da: Darkon
Se le aziende delocalizzano e penso che l'azienda valga io avrei seguito l'azienda. Il primo giorno che mi hanno assunto io sono andato a lavorare a 600Km da casa ma fossero stati 6000 per me era uguale. Ripeto la differenza non è il settore mio, tuo o di altri ma quanto tu riesci a valere.


Chi ha una famiglia e dei legami sentimentali è giusto che si attacchi al cazzo e abbandoni
tutto per continuare a far arricchire il super manager del momento?

Originariamente inviato da: Darkon
Se sei solo un numero e domani puoi essere sostituito dal primo che passa il problema ripeto non è il datore di lavoro ma tu.


E' un problema di visione del sistema: Te vedi il lavoratore come un numero, io lo vedo
come un essere umano.

Originariamente inviato da: Darkon
Come è andata a finire? Che io in 10 anni di lavoro sono diventato un quadro direttivo e loro sono rimasti al primo livello da impiegati dimenticati dall'azienda e ormai con speranze di carriera pari a zero.


Gli impiegati dimenticati dall'azienda sono quelli che la fanno arricchire e andare avanti.
Certamente un'azienda così la posso definire solo con termini dispregativi, e ben lontana
dall'etica del lavoro dipendente a cui penso.
ferste18 Febbraio 2020, 11:23 #30
Originariamente inviato da: Zappz
E' assurdo, ma e' proprio così, ormai tutti hanno questa mentalità da sindacalista che non porta a niente di utile.

Un lavoratore deve capire che a far girare bene la propria azienda e' un vantaggio per tutti. Io lo dico sempre ad i miei amici, quando dovete fare delle scelte, immaginatevi come se l'azienda fosse la vostra.


E cosa c'entrerebbe con la mentalità da sindacalista?

Se la mentalità da sindacalista è fare il possibile perchè le esigenze aziendali non si scontrino con i diritti dei lavoratori è solo un dovere averla, altro che difetto.

Sicuramente capita che questo "sindacalismo" finisca per difendere chi non ha voglia di fare niente, ma sicuramente capita che gli imprenditori cerchino di sfruttare i lavoratori oltre il consentito.

Questa mentalità da "imprenditore santo subito che si immola per il bene comune" fa altrettanti danni che la difesa a oltranza del lavoratore.

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
^