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Riciclo batterie, in Sardegna potrebbe nascere l'impianto più grande d'Europa

di pubblicata il , alle 16:51 nel canale Batterie Riciclo batterie, in Sardegna potrebbe nascere l'impianto più grande d'Europa

La società mineraria Glencore e Li-Cycle – società canadese leader nel settore del riciclaggio delle batterie per auto elettriche - hanno annunciato l'intenzione di costruire il più grande impianto di riciclaggio delle batterie d'Europa in Sardegna

 

Li-Cycle [leader del settore del riciclaggio di batterie agli ioni di litio per il Nord America] e Glencore [una consociata di Glencore plc e uno dei principali produttori, riciclatori e distributori di nichel e cobalto per la produzione di batterie agli ioni di litio] hanno firmato una lettera di intenti per studiare congiuntamente la fattibilità di un centro di riciclaggio e recupero delle componenti delle batterie agli ioni di litio montate sulle auto elettriche.

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Il luogo scelto per il polo è Portovesme, in Sardegna, dove oggi si trova uno dei complessi di Glencore: operativo dal 1929, si tratta di una fonderia di piombo-zinco con annesso un impianto idrometallurgico.

La decisione è basata su un calcolo strategico, che mira a ridurre sensibilmente i tempi di costruzione del polo, potendo contare – almeno in parte – sulla struttura già esistente, comprensiva di un accesso al porto, servizi pubblici, apparecchiature di lavorazione dell'impianto idrometallurgico e una forza lavoro esperta.

L'hub di Portovesme sfrutterà la tecnologia idrometallurgica all'avanguardia di Li-Cycle e diverrà, secondo le intenzioni della joint - venture, il più grande centro di riciclo a livello Europeo, con una capacità di riciclo [una volta raggiunta la piena potenza] fino a 50.000-70.000 tonnellate di massa nera all'anno [ndr, una polvere che contiene i materiali preziosi che si trovavano all'interno della batteria, ovvero litio, nichel, cobalto e manganese], o l'equivalente di un massimo di 36 GWh/anno di batterie agli ioni di litio.

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Parte della massa nera che verrà lavorata a Portovesme verrà fornita dalle attività di Li-Cycle e Glencore in Europa: questa struttura è un ennesimo passo verso la chiusura del cerchio delle batterie nel vecchio Continente, assieme a quelli compiuti da Fortum, Volkswagen, Mercedes-Benz, Altium Metals e Hydrovolt.

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Li-Cycle e Glencore avvieranno congiuntamente uno studio di fattibilità per questo progetto entro 60 giorni dall'annuncio e prevedono che lo studio verrà completato entro un anno. La tappa successiva, salvo cambi di rotta in itinere, è l'avvio dello stabilimento a cavallo fra il 2026 e il 2027.

Tim Johnston, co-fondatore e presidente esecutivo di Li-Cycle, ha commentato:

"Il previsto hub di Portovesme è un progetto fondamentale per l'industria europea del riciclaggio delle batterie e dovrebbe essere la più grande fonte di litio riciclato per batterie nel continente. Siamo entusiasti di espandere la nostra partnership strategica globale con Glencore e basarci sugli insegnamenti del Rochester Hub a sostegno della rapida crescita dell'ecosistema delle batterie agli ioni di litio in modo rispettoso dell'ambiente. L'espansione di Li-Cycle in Europa è in linea con la nostra strategia di lancio modulare, mentre replichiamo il nostro modello di successo nordamericano, che rispecchia la domanda dei clienti e i contratti commerciali con una rete Spoke di pre-elaborazione strategicamente posizionata e un hub di post-elaborazione centralizzato".

Kunal Sinha, Global Head of Recycling, Glencore, ha aggiunto:

"Questo progetto, combinato con la nostra impronta esistente nella fornitura primaria e nel riciclaggio dei metalli delle batterie, sostiene la nostra ambizione di diventare il partner di circolarità preferito per l'industria europea delle batterie e dei veicoli elettrici. Questo segna anche un passo significativo nella nostra collaborazione con Li-Cycle, un partner privilegiato nel settore del riciclaggio delle batterie agli ioni di litio. La creazione di un hub attraverso il riutilizzo del nostro sito di Portovesme, che potrebbe diventare il primo asset Glencore a produrre litio per batterie, ci consentirà di chiudere davvero il cerchio per i nostri clienti OEM e gigafactory europei in tutti gli aspetti della catena di fornitura. Ridurrà i tempi di consegna, taglierà le emissioni riducendo al minimo la distanza delle rotte merci e sosterrà l'Italia e le ambizioni dell'Europa di essere leader globali nell'economia circolare."

4 Commenti
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Bluvetro16 Maggio 2023, 00:47 #1

Perchè in Sardegna?

In genere il motivo per cui le aziende non fanno le cose a casa loro è...: un motivo economico in cui viene sfruttata la carenza dei diritti umani ed i bassi stipendi.
Oppure... se è qualcosa magari troppo inquinante o pericoloso che il loro paese non accetterebbe o richiederebbe costosi sistemi di sicurezza e filtraggio.
Mparlav16 Maggio 2023, 07:38 #2
La Glencore in Sardegna ha degli impianti di produzione di piombo e zinco.
Che dovrebbero venire fermati per gli alti costi dell'energia.
Ora vorrebbero aprire degli impianti per il riciclo batterie, ma non so' quanto possano essere meno "energivori".
giugas16 Maggio 2023, 09:04 #3
Originariamente inviato da: Bluvetro
In genere il motivo per cui le aziende non fanno le cose a casa loro è...: un motivo economico in cui viene sfruttata la carenza dei diritti umani ed i bassi stipendi.
Oppure... se è qualcosa magari troppo inquinante o pericoloso che il loro paese non accetterebbe o richiederebbe costosi sistemi di sicurezza e filtraggio.

Come diceva qualcuno: "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca".
Ago7216 Maggio 2023, 09:32 #4
Originariamente inviato da: Bluvetro
In genere il motivo per cui le aziende non fanno le cose a casa loro è...: un motivo economico in cui viene sfruttata la carenza dei diritti umani ed i bassi stipendi.
Oppure... se è qualcosa magari troppo inquinante o pericoloso che il loro paese non accetterebbe o richiederebbe costosi sistemi di sicurezza e filtraggio.


Magari invece lo stanno facendo a casa loro visto che Glencore ha lo stabilimento in Sardegna, e che forse gli costa di più chiuderlo e licenziare i dipendenti, che invece convertirlo in altra produzione, avendo già lì tutta la infrastruttura industriale...

E comunque non è che in Italia puoi più fare quello che vuoi... Anzi, ad esempio è molto più restrittiva dei paesi dell'est, e c'è un controllo maggiore...

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